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Centro culturale.Scuola di giornalismo e pubbliche relazioni.Torino.

Mostra personale di Martelli Giancarlo.1986.Critica di Vittorio Bottino.

Bisogna riconoscere  a Giancarlo Martelli un profondo spirito di osservazione che va a "scavare"dentro ai soggetti per riportare alla luce tutto l'intimismo in questi contenuto,un rifiorire di nuove entità che infondono alla materia un'esistenza psicologica .L'artista conosce il segreto dell'indagine e della ricerca senza mutare troppo gli addendi della realtà,ma scoprendo contenuti non visti ad una superficiale valutazione.Ne deriva una pittura anticonformista che chiede spazi culturali sia nella esecuzione e sia nell'interpretazione soggettiva.Indubbiamente con simili premesse  gli itinerari pittorici di Martelli si identificano in diverse derivazioni :si passa dalle nature morte  al fantastico dove la memoria  va a leggere nella storia  di ieri e di oggi,la raccolta suggestione degli interni si affianca alle eloquenti figure  e per finire ai paesaggi ricchi di sintonia con la natura  ed echeggianti riminiscenze della pittura lombarda fine '800.E' naturale che in tale panorama possa trovare posto uno chagalliano Carnevale con le figure "naif"a simboleggioare una situazione in bilico  tra l'onirico ed il fuggevole.Un tavolino con le sedie,una poltrona,uno scrittoio con lampada,le tende che incorniciano la finestra  colma di luce e tre quadri appesi  alle pareti sono innegabilmente un "ambiente".Ma Giancarlo Martelli riesce a dimostrare che non vi è immobilità negli oggetti,fa presupporre la presenza dell'uomo ,incastra i pezzi in un mosaico di interrogativi superando il decadentismo  con una impostazione grafica e cromatica del tutto personale.Guardiamo un teatro schematizzato persino rustico e senza orpelli ,i palchi con poche persone appena accennate,la platea informe,gli attori su un palcoscenico ovattato di silenzio:ti pare di entrare nei pensieri reconditi di un semplicista.Ma se guardi bene scopri recessi drammatici,tensioni di parole,storie con finale a sorpresa.E la figura rozza:il bambino,il vecchio,l'intellettuale,la donna anziana,quale carrellata di vita,di umanità,di sensoriali alchimie che concentrano l'attenzione.Una bambola sopra la sedia chiede soltanto la tenerezza di una bimba.Poi i pesaggi dolcemente descrittivi,ridondanti di azzurro e di verde tra cui emergono antiche abitazioni,rustici,piante scheletrite o vestite di caldo.Una realtà riposante ed armonica quasi a controbilanciare gli altri simboli di vita.

Giancarlo Martelli ci appare in questa nuova rassegna più "maturo"perchè le lezioni del passato sono state filtrate da una cultura vigile e consapevole,pronta a fare pittura ovunque esista quache cosa nel quale si creda.

Vittorio Bottino