Massimo Centini in occasione della mostra alla scuola di Giornalismo di Torino.1984 PDF Print E-mail

Pittore novarese dotato di una pregnante attenzione per tutte le cose semplici che ogni giorno ci sfiorano,ma dalle quali spesso neppure percepiamo l'esistenza.Martelli ama soffermarsi su immagini che nelle sue tele si presentano morbidissime:quasi presenze eteree ,tra le tutte quelle immediate ed umanissime forme che costituiscono il nostro panorama quotidiano.Il pittore traccia il proprio universo iconografico attraverso un linguaggio pulito,senza ricercare mai i contributi del simbolo,si avvale di un personalissimo impressionismo ,vivificato dagli apporti di fugaci inserimenti scaturiti dallo spazio immaginario che,in modi diversi,comunque un poco governa la creatività di tutti gli artisti.Oltre l'ampio corpus di nature morte e di paesaggi presentati nella mostra di corsi Matteotti,segnaliamo anche gli" interni " dove ritroviamo un'atmosfera particolarmente interessante ,forse appena un po' decadente ,.ma sempre piacevole da fruire.E anche originali il taglio con cui certe immagini sono scelte ed isolate dal loro contesto reale.L'interno è certo un soggetto difficile ad affrontare,ma l'artista riesce sempre a costruire delle opere  che ,di tanto in tanto,ricordano anche certi ambienti gozzaniani,privi di eccessivi appesantimenti retorici,con spontaneità ci propone un mondo a parte certamente bello da viviere.Forse il mondo che Martelli ricerca nel giornaliero inseguirsi di un tempo sempre meno attento a quelle sfumature che,in fondo,sono le più importanti.

 

Per la Mostra del 1986(sempre alla Scuola di Giornalismo) Centini scrive:

Pittore capace di produrre una materia cromatica mai povera di forza insita ,Martelli elabora il proprio disegno descrittivo intorno ad una serie piuttosto  eterogenea di tematiche ottenendo sempre delle composizioni molto corpose ,in grado di suscitare nel fruitore diverse sensazioni rintracciabili anche nelle memorie ataviche collettive.Vittorio Bottino nel presentare il pittore ,ha sottolineato la sua capacità "nel riportare alla luce tutto l'intimismo dei soggetti" con "una pittura anticonformista  che chiede spazi culturali  sia nell'esecuzione e sia nell'interpretazione soggettiva".lA DOTE PRINCIPALE DI QUESTO OPERATORE CI PARE SIA DA INDIVIDUARE NELLA VIVACE SCELTA DEL CAMPO D'INDAGINE IN CUI ORIENTARE I VARI INTENTI ESTETICI,AL FINE DI COSTRUIRE DEGLI UNIVERSI DOVE LA REALTA' E' SEMPRE RIVISTA ATTRAVERSO IL METRO DELLA FANTASIA.Spesso il pittore si abbandona a delle personali interpretazioni dei contesti visti o pensati,ed elabora il proprio discorso creativo intorno a proposte iconiche dove lo spazio e il tempo si annullano congiungendosi in un abbraccio vitalizzato dall'immaginario.Prendono,così vita delle testimonianze in cui si ha l'opportunità di incontrare dei mondi diversi che anche quando ripercorrono tracce e reminiscenze "naif",sono,comunque in grado di confermare lucidamente l'intento evocativo  continuamente riproposto dal pittore.

Massimo Centini