Recensioni
Mostra personale alla Galleria La Nuova Sfera.Milano PDF Print E-mail

Novembre 1989.Scrive Antonio Carbè:

Non so quanto può essere intrigante l'aria di un lago e quanto può coinvolgere la sensibilità di un artista.Il pittore vive sulle sponde del Maggiore e la sua pittura può essere un racconto dei tempi passati.Una Recherche aleggia inquieta nei suoi quadri.Inoltre la pittura di Martelli è colta e,forse senza accorgersene il pittore subisce il fascino di un "periodo"storico ormai lontano:a il pittore stesso lo confessa,con un po' di reticenza,guardando la serie di opere dedicato alla "città"Questo recupero di certa pittura del' 300 toscano,o di una pittura mitteleuropea ,gli viene da un instintivo senso di difesa dalla invadenza della cultura americana o consumistica che soffoca i nostri umani modi di vita.Decisamente  nel clima del "recupero"sono gli interni,con natura morta e senza.In queste opere la ricerca di Martelli si fa intimista ,sofferta,gli oggetti,anche quelli di uso comune e familiare,come una caffettiera o un maschera ,raccontano di una mano che li ha toccati,usati.Poi il momento magico del tempo che si ferma.<martelli giumge in quel momento per rportare sulla tela quelle atmosfere.Vi aggiunge i suoi ricordi,la sua serenità,la sua inquietudine.Le figure assenti,che hanno vissuto in quegli ambienti,sono ricordo,forse discorso con il pittore.Noi non le conosciamo,ma le sentiamo.

Apunto è un racconto intrigante.

Martelli usa toni caldi ,crea atmosfere rarefatte,pacate,ma ogni tanto il colore avvampa,è vivo e squillante come una voce  che vuole raccontare un po' sulle righe.Mi sono soffermato su i due filoni narrativi che più coinvolgono l'artista;le altre opere sono eleganti derivazione degli "scherzi"di certa pittura del '700(forse Longhi?)o solidi ritratti di chiara derivazione novecentista.Forse ho fatto il profilo di artista lontano,isolato?NON CREDO.HO CERCATO DI EVIDENZIARE  CHE GIANCARLO MARTELLI RECUPERANDO IL PASSATO CI OFFRE LA POSSIBILITA' DI MEDITARE SUL NOSTRO FUTURO.

Antonio Carbè.

 
Massimo Centini in occasione della mostra alla scuola di Giornalismo di Torino.1984 PDF Print E-mail

Pittore novarese dotato di una pregnante attenzione per tutte le cose semplici che ogni giorno ci sfiorano,ma dalle quali spesso neppure percepiamo l'esistenza.Martelli ama soffermarsi su immagini che nelle sue tele si presentano morbidissime:quasi presenze eteree ,tra le tutte quelle immediate ed umanissime forme che costituiscono il nostro panorama quotidiano.Il pittore traccia il proprio universo iconografico attraverso un linguaggio pulito,senza ricercare mai i contributi del simbolo,si avvale di un personalissimo impressionismo ,vivificato dagli apporti di fugaci inserimenti scaturiti dallo spazio immaginario che,in modi diversi,comunque un poco governa la creatività di tutti gli artisti.Oltre l'ampio corpus di nature morte e di paesaggi presentati nella mostra di corsi Matteotti,segnaliamo anche gli" interni " dove ritroviamo un'atmosfera particolarmente interessante ,forse appena un po' decadente ,.ma sempre piacevole da fruire.E anche originali il taglio con cui certe immagini sono scelte ed isolate dal loro contesto reale.L'interno è certo un soggetto difficile ad affrontare,ma l'artista riesce sempre a costruire delle opere  che ,di tanto in tanto,ricordano anche certi ambienti gozzaniani,privi di eccessivi appesantimenti retorici,con spontaneità ci propone un mondo a parte certamente bello da viviere.Forse il mondo che Martelli ricerca nel giornaliero inseguirsi di un tempo sempre meno attento a quelle sfumature che,in fondo,sono le più importanti.

 

Per la Mostra del 1986(sempre alla Scuola di Giornalismo) Centini scrive:

Pittore capace di produrre una materia cromatica mai povera di forza insita ,Martelli elabora il proprio disegno descrittivo intorno ad una serie piuttosto  eterogenea di tematiche ottenendo sempre delle composizioni molto corpose ,in grado di suscitare nel fruitore diverse sensazioni rintracciabili anche nelle memorie ataviche collettive.Vittorio Bottino nel presentare il pittore ,ha sottolineato la sua capacità "nel riportare alla luce tutto l'intimismo dei soggetti" con "una pittura anticonformista  che chiede spazi culturali  sia nell'esecuzione e sia nell'interpretazione soggettiva".lA DOTE PRINCIPALE DI QUESTO OPERATORE CI PARE SIA DA INDIVIDUARE NELLA VIVACE SCELTA DEL CAMPO D'INDAGINE IN CUI ORIENTARE I VARI INTENTI ESTETICI,AL FINE DI COSTRUIRE DEGLI UNIVERSI DOVE LA REALTA' E' SEMPRE RIVISTA ATTRAVERSO IL METRO DELLA FANTASIA.Spesso il pittore si abbandona a delle personali interpretazioni dei contesti visti o pensati,ed elabora il proprio discorso creativo intorno a proposte iconiche dove lo spazio e il tempo si annullano congiungendosi in un abbraccio vitalizzato dall'immaginario.Prendono,così vita delle testimonianze in cui si ha l'opportunità di incontrare dei mondi diversi che anche quando ripercorrono tracce e reminiscenze "naif",sono,comunque in grado di confermare lucidamente l'intento evocativo  continuamente riproposto dal pittore.

Massimo Centini 

 
Nel corso della personale di G.Martelli GianLuigi Marianini parla dell'arte. PDF Print E-mail
Gianluigi Marianini,esperto di arte e studioso di spiritismo e fenomeni paranormali ,accompagnato dal pittore Giancarlo Martelli  di cui erano esposte alcune opere ,hanno saputo rendere un'atmosfera carica di spiritualità.Si è discusso di arte e di pittura e di che cosa può rappresentare per l'autore la scelta di un colore,di una nota di un vocabolo.
 
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Centro culturale.Scuola di giornalismo e pubbliche relazioni.Torino.

Mostra personale di Martelli Giancarlo.1986.Critica di Vittorio Bottino.

Bisogna riconoscere  a Giancarlo Martelli un profondo spirito di osservazione che va a "scavare"dentro ai soggetti per riportare alla luce tutto l'intimismo in questi contenuto,un rifiorire di nuove entità che infondono alla materia un'esistenza psicologica .L'artista conosce il segreto dell'indagine e della ricerca senza mutare troppo gli addendi della realtà,ma scoprendo contenuti non visti ad una superficiale valutazione.Ne deriva una pittura anticonformista che chiede spazi culturali sia nella esecuzione e sia nell'interpretazione soggettiva.Indubbiamente con simili premesse  gli itinerari pittorici di Martelli si identificano in diverse derivazioni :si passa dalle nature morte  al fantastico dove la memoria  va a leggere nella storia  di ieri e di oggi,la raccolta suggestione degli interni si affianca alle eloquenti figure  e per finire ai paesaggi ricchi di sintonia con la natura  ed echeggianti riminiscenze della pittura lombarda fine '800.E' naturale che in tale panorama possa trovare posto uno chagalliano Carnevale con le figure "naif"a simboleggioare una situazione in bilico  tra l'onirico ed il fuggevole.Un tavolino con le sedie,una poltrona,uno scrittoio con lampada,le tende che incorniciano la finestra  colma di luce e tre quadri appesi  alle pareti sono innegabilmente un "ambiente".Ma Giancarlo Martelli riesce a dimostrare che non vi è immobilità negli oggetti,fa presupporre la presenza dell'uomo ,incastra i pezzi in un mosaico di interrogativi superando il decadentismo  con una impostazione grafica e cromatica del tutto personale.Guardiamo un teatro schematizzato persino rustico e senza orpelli ,i palchi con poche persone appena accennate,la platea informe,gli attori su un palcoscenico ovattato di silenzio:ti pare di entrare nei pensieri reconditi di un semplicista.Ma se guardi bene scopri recessi drammatici,tensioni di parole,storie con finale a sorpresa.E la figura rozza:il bambino,il vecchio,l'intellettuale,la donna anziana,quale carrellata di vita,di umanità,di sensoriali alchimie che concentrano l'attenzione.Una bambola sopra la sedia chiede soltanto la tenerezza di una bimba.Poi i pesaggi dolcemente descrittivi,ridondanti di azzurro e di verde tra cui emergono antiche abitazioni,rustici,piante scheletrite o vestite di caldo.Una realtà riposante ed armonica quasi a controbilanciare gli altri simboli di vita.

Giancarlo Martelli ci appare in questa nuova rassegna più "maturo"perchè le lezioni del passato sono state filtrate da una cultura vigile e consapevole,pronta a fare pittura ovunque esista quache cosa nel quale si creda.

Vittorio Bottino 

 
Mostra personale 1984 PDF Print E-mail

Scuola di Giornalismo.Corso Matteotti 38 Torino

Mostra personale  Settembre 1984 .Critica di Vittorio Bottino.

Giancarlo Martelli,novarese,è un medico che si diletta con la pittura  o è un pittore che fa anche il medico ? .NON E' FACILE RISPONDERE,in quanto  Martelli si dedica con uguale passione  all'arte ed alla medicina,non vi sono "ritagli" di tempo ,ma una totale dedizione che rispetta,però,certe suddivisioni di impegno."Quando guardo gli ammalati-dice Martelli-faccio soltanto quello e quando,invece,mi metto davanti alla tavolozza non vi sono altri pensieri"Indubbiamente se l'uomo è consapevole di avere due attenzioni  nella vita ,non vediamo perchè questo guasti in alternativa o l'una o l'altra.Pittore non cerebrale nel semso del contenutismo delle opere.Giancarlo Martelli è però un ricercatore intellettuale ,tanto nel modo di dipingere quanto nel riportare a nuovo soggetti che possono anche essere già abusati.Si tratta soltanto di modificare strutturalmente ed ambientalmente interne cose,figure e paesaggi,attraverso una compensativa di richiami storici filtrati ed elaborati da una propria impressione.E se è proprio l'espressionismo la tendenza più penetrata da Martelli,spesso l'artista si trova a spostare la sua ottica cromatica ,la sua pennellata in altre aree senza però precipitare nell'abisso dell'imcompatibilità assoluta tra l'unp e l'altro "modo" di intendere il tema affrontato.I risvolti decadenti dei salotti in stile ,con quei mobili "rococò" e le specchiere che raccontano visi di ieri ,le figure settecentesche,le avvampanti donne moderne che emergono dalla cromia,le sinuose nature morte,i paesaggi veri e quelli inventati,sembrano avere nulla in comune.Ma a ben guardare non si tratta di passaggi temporali,ma di farsi suggestionare da un soggetto secondo una dimensione onirica.Giancarlo Martelli dipinge quello che vede e che sente,è un testimane di tanti racconti che lui legge e poi traduce,ed i racconti,si sa,emergono da diverse intenzioni e da dissimili situazioni.La realtà in tale caso è soltanto un pretesto di fondo,esiste perchè diventa il punto di partenza ,ma in seguito il racconto si snoda nell'imposizione e nei colori indipendentemente anche in strade diverse.Senza alcun dubbio Giancarlo Martelli ,da anni attivo artisticamente,è pittore da scoprire,non nella globalità degli interventi,ma opera per opera,ognuna delle quali nasconde il suo mistero.magari dietro ad una sedia,nel cielo,oltre una figura,in mezzo a normali forme di oggetti o di cose.Nel descrivere il "fuori" Martelli parla del "dentro".Al fruitore non rimane che leggere con attenzione,al critico non lasciarsi distogliere dall'esame da quei salti di umore che in fondo sono passaggi di amore verso il mondo.

Vittorio Bottino

 

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